Un biennio interessante

Lunedì 14 gennaio 2019 l’amministrazione di Pisa organizzò un incontro con la cittadinanza per presentare una variante urbanistica che, con precisione chirurgica, cambiava la destinazione d’uso al terreno sul quale la Comunità Islamica (già due anni prima) aveva chiesto il permesso di costruire una moschea (con annesso centro culturale).

15gen2019: il servizio di 50Canale

Nei mesi seguenti, a più riprese, la questione è finita sotto i riflettori: prima in seguito all’illegittimo diniego a costruire del luglio 2019, poi a causa dell’infelice idea di eliminare la moschea facendosi scudo della variante stadio (con le conseguenze che tutti conoscono).

Tuttavia, a dispetto del rilievo assunto da questo tema nel dibattito cittadino, l’incontro del 14 gennaio 2019 nella piccola sala della Circoscrizione 5 è stato l’unica occasione di confronto tra l’amministrazione e la cittadinanza.

Da quel 14 gennaio molte cose sono cambiate: nel clima culturale prima ancora che sul fronte giudiziario. E il seme di questa inversione di tendenza può forse essere rintracciato già in quella riunione: proprio allora alcuni cittadini, contrariati da quello che evidentemente era un odioso atto di sopraffazione ai danni dei musulmani che abitano e lavorano a Pisa, si sono dati appuntamento per decidere come reagire. In questo modo è nato il comitato Sì alla libertà di culto.

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Il silenzio del sindaco

In questi giorni la questione della moschea è tornata alla ribalta sui giornali, grazie ad un’intervista alla consigliera Alessandra Nardini che, menzionando la vicenda, è andata a toccare un nervo scoperto del centro-destra, e di conseguenza ha provocato la reazione scomposta delle frange islamofobe più estreme.

Senza entrare in polemiche di bassa lega, segnaliamo invece che sarebbe ora che sulla questione della moschea il sindaco Conti abbandonasse l’atteggiamento reticente fin qui tenuto, esponendo con chiarezza come intende ora porsi l’amministrazione rispetto a questa vicenda.

Ciò è, in fondo, cosa dovuta: dovuta non solo alla comunità islamica, ma a tutti i cittadini di Pisa, a cominciare da coloro che hanno votato per questa amministrazione.

Discriminare costa

Dopo la clamorosa sconfitta incassata dal comune di Pisa nella sua battaglia contro la comunità islamica riguardo al progetto di costruzione della moschea – una battaglia peraltro combattuta parandosi dietro pretesti, senza il coraggio di affermare apertamente la propria pregiudiziale ostilità – a buon senso si potrebbe pensare che la maggioranza tiri i remi in barca. Ma qualcuno la pensa diversamente, e anche nell’ultimo Documento Unico di Programmazione (DUP) fa ancora capolino la sciagurata idea di opporre resistenza alla realizzazione di un diritto costituzionale (anche se non si specifica quale sarà la nuova strategia per ostacolare la moschea).

E’ interessante notare che il Comune di Pisa non è il solo ad aver intrapreso una simile battaglia contro i mulini a vento: altri hanno percorso questa strada, e con esiti ancora più disastrosi.

Come Pisa, anche il comune di Sesto Calende (Va) dopo due sconfitte subite con sentenza del TAR della Lombardia si prepara ora a ricorrere nuovamente al Consiglio di Stato, incurante delle proteste dei cittadini che criticano l’amministrazione per gli 80.000 euro spesi finora nello scontro legale con la Comunità islamica. Una bella batosta per le casse di un comune di 11.000 abitanti!

Anche il Comune di Pisa si era mosso per fare ricorso al Consiglio di Stato, ma aveva optato per un ricorso di tipo incidentale, a valle di quello del MIBAC. Di conseguenza quando il MIBAC ha ritirato il proprio ricorso è venuto meno anche quello del comune. Più fortuna che giudizio.

Ad oggi il Comune di Pisa ha speso molto meno di quello di Sesto, ma ostinandosi a continuare questa battaglia ideologica (persa in partenza), il contenzioso potrebbe incenerire risorse molto più ingenti. Una iattura di cui i cittadini farebbero volentieri a meno, specialmente in un momento in cui tanti di loro sono con l’acqua alla gola.

Aggiornamenti [dic2021]: ormai le sconfitte del comune di Sesto sono arrivate a 4 con un ulteriore aumento delle spese legali a carico della collettività.
A Pisa nel nuovo DUP attualmente in discussione la questione moschea è sparita dal capitolo “sicurezza”, anche se è comunque rimasto un accenno al fatto che l’amministrazione non condivide la collocazione per ragioni urbanistiche.