A piccoli passi

L’iter della costruzione della moschea procede, anche se al ritmo lento e indolente della nostra burocrazia. A fine maggio 2021 la comunità islamica ha stipulato con il Comune di Pisa la convenzione per la costruzione della moschea, e recentemente ha anche pagato gli oneri di urbanizzazione. Di conseguenza alla conclusione dell’iter burocratico manca ormai solo l’ultimo passaggio, ovvero il rilascio dell’agognato permesso a costruire da parte del Comune.

Ma ormai si è già aperta una nuova fase: se da un lato le difficoltà burocratiche (per usare un eufemismo) hanno ceduto il passo, dall’altro la comunità deve ora affrontare una sfida ancor più ardua, ovvero quella di raccogliere i fondi necessari alla costruzione della moschea e del centro culturale annesso. Già prima di avere il permesso in mano, lo sforzo è stato notevole: ai costi per il progetto e a quelli per il ricorso al TAR si aggiungono quelli per la fideiussione (indispensabile per firmare la convenzione) e gli oneri di urbanizzazione. 

Non è certo una strada in discesa. Ma in questo sforzo la comunità non è sola: il crowdfunding per la moschea, lanciato solo un paio di settimane fa, ha già raccolto più di cento donazioni. Si tratta per lo più di piccole somme, ma questo successo dimostra quanto sia corale e condiviso lo sforzo per fare sì che anche i musulmani che vivono a Pisa abbiano finalmente un posto dignitoso dove riunirsi e pregare insieme. Concretizzando così un diritto che, in linea di principio, è garantito a tutte le confessioni dalla stessa Costituzione italiana.

Schermata del crowdfunding per la moschea di Pisa

Post Scriptum: [27lug2021] sembra che il permesso a costruire sia davvero imminente; qui sotto il titolo del Tirreno di oggi. Nell’articolo però si specifica che il permesso ancora non è stato materialmente consegnato.

2 pensieri su “A piccoli passi

  1. Spero che i musulmani siano capaci di condannare la poligamia e smettere di perseguitare i non religiosi e le donne che si sono ribellate contro il patriarcallismo.
    Per quelle lotte, non chiedono mai dei soldi.

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  2. Non mi risulta che i musulmani che abitano e lavorano a Pisa perseguitino le donne o i non religiosi.
    Certamente ci sono molte cause valide, ognuno è libero di sostenere quelle a cui è più sensibile.

    In questo caso i nostri concittadini di religione musulmana desiderano solo avere un luogo dignitoso dove pregare, un luogo che può essere anche luogo di socializzazione, integrazione e crescita, un po’ come gli oratori delle nostre parrocchie.
    In questo, io non vedo nulla di male, anzi.

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